Lasciar traccia Conferenza dedicata alla Prof.ssa Lorella Berto del 13 maggio

E’ sempre difficile parlare di chi non c’è più specie se la persona ha lasciato una traccia che vive ancora. Questo il difficile compito della conferenza dedicata alla Professoressa  Lorella Berto a poco più di un anno dalla sua improvvisa e scomparsa, conferenza che si è tenuta nella Sala Oliva dell’Accademia dei Concordi sabato 13 Maggio alle 10,30 dal titolo “Lasciar traccia”

 A ricordarla c’era la sua comunità : i suoi alunni, la sua famiglia, il suo Liceo attraverso la rappresentanza della Dirigente Annamaria Pastorelli e di alcuni docenti, il Professor Chiari, ex Preside del Liceo che ha conosciuto l’insegnante.

Dopo aver presentato gli ospiti , la Dirigente ha lasciato la parola al Prof. Chiari : il suo intervento, “Grandi maestri e piccoli maestri”, ha preso spunto da  testi molto diversi tra loro per cercare di delineare la figura del maestro. Quali le sue doti? Chi è che chiamiamo con questo nome? Quale traccia ci lascia? Passando da San Paolo a Manzoni, a Kavafis, Chiari ha esaltato  la carità , la spontaneità, la capacità di infondere passione e speranza. Queste doti sono del vero maestro.

Due ragazzi hanno infine letto i loro pensieri e quello di alcuni compagni e sono stati pensieri di amore e di sincero ringraziamento per la loro insegnante. Irene, ora laureata in Filosofia , ha inserito nella sua tesi di laurea queste parole :”Un ringraziamento speciale alla Professoressa Lorella Berto per aver acceso in me il fuoco della filosofia”

Ex alunni  musicisti hanno  eseguito brani tra un intervento e l’altro: Matteo Brusaferro e Sebastiano Ballo(clarinetti), Davide Periotto (sassofono),  Caterina Colelli  e Michele Ballo Bertin (Violoncelli), Enrico Benà (contrabbasso) hanno dedicato la loro musica alla loro insegnante, convinti che la  scelta le sarebbe piaciuta.

La mattinata ha restituito ai partecipanti una esperienza sincera, un momento di condivisione importante, la sensazione che la scuola, nonostante anni di emergenza sanitaria, sia ancora  e prima di tutto una comunità dove il compito del maestro  appare fondamentale per approdare alla propria Itaca. Così, le parole di Kavafis hanno celebrato tanti sogni, tante speranze, quello che un maestro deve infondere:

Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio;
senza di lei, mai ti saresti messo sulla via.
Nulla di più ha da darti.

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.